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12. Appendice A - Istruzioni di installazione

                      I N S T A L L A Z I O N E

Panoramica del processo di installazione
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Per sua natura, questo pacchetto necessita di almeno due computer.
Uno funge da server e (almeno) un altro sarà configurato come client
diskless. Di conseguenza questa guida all'installazione è divisa in 
quattro sezioni:

        1.) Compilazione e installazione di programmi di utilità 
            sul server
        2.) Creazione di una immagine avviabile del sistema 
            operativo scelto
        3.) Preparazione del server
        4.) Preparazione del client, compresa la bootrom

Il server deve supportare il TCP/IP e alcuni protocolli basati su 
questo standard di rete. Molto probabilmente questo sarà un server 
di tipo Unix. Sebbene probabilmente sia possibile usare anche, ad 
esempio, dei server su cui gira OS/2 o Windows-NT, tutti i programmi 
relativi ai server di questo pacchetto, al momento, possono essere 
compilati soltanto su sistemi di tipo Unix. Tale requisito è indipendente
dal sistema operativo che verrà avviato più tardi sul client diskless.
Quindi, anche se si desidera avviare MS-DOS sul (sui) client, è 
necessario almeno un computer Unix per la compilazione del programma 
e per la generazione di tutti i file di boot. In seguito, quando tutti
i file necessari saranno stati compilati, è possibile usare qualsiasi
server si desideri.

Questo pacchetto contiene due parti principali:

        1.) I sorgenti ed i binari della bootrom. Questa parte viene
            installata sul client diskless. Tutti i programmi, ad
            eccezione dei programmi di utilità, sono già precompilati.
            Nei sorgenti non ci sono ulteriori opzioni modificabili o 
            aggiustabili da parte dell'utente; quindi non è necessario
            avere accesso agli strumenti di sviluppo a 16 bit per usare
            la bootrom, è sufficiente usare i binari forniti.
            Per permettere alla bootrom di accedere alla scheda di rete
            nel client diskless è necessario un driver. Al momento la
            bootrom supporta solo i così detti packet driver, come
            quelli che si usano di solito nei sistemi MS-DOS per
            interfacciare uno stack di rete con l'hardware. Con questo
            pacchetto sono necessari solo i binari del packet driver,
            quindi qui non è necessario ricompilare nulla. È possibile
            trovare packet driver precompilati per la maggior parte 
            delle più diffuse schede di rete su qualsiasi mirror FTP SimTel
            (si chiama Crynwr packet driver collection) e, per quelli che
            non hanno accesso ad Internet, alcuni di tali binari
            sono inclusi in questo pacchetto. Un'altra buona fonte per
            il packet driver della propria scheda di rete potrebbe
            essere il produttore della stessa. Come minimo, i più noti
            produttori (per esempio 3Com e SMC) forniscono i packet
            driver di tutta la loro linea di prodotti. I packet driver
            forniti dai produttori sono di solito più veloci e più facili
            da installare di quelli della raccolta Crynwr e, a volte, sono
            in grado di determinare la configurazione dell'hardware durante
            l'esecuzione, cosa che i driver di Crynwr non riescono a
            fare. Tuttavia esiste la limitazione che è possibile usare solo
            packet driver eseguibili di tipo COM. Gli eseguibili di
            tipo EXE non sono ancora supportati.

        2.) Un insieme di programmi per generare sul server delle immagini 
            avviabili via rete. Tali programmi sono chiamati mknbi-<os>,
            ove <os> identifica il sistema operativo che poi girerà sul
            client diskless. Al momento sono supportati solo Linux
            ed MS-DOS.

C'è un altra esigenza che non può passare inosservata. Sebbene sia 
possibile preparare una ROM di boot, dalle funzionalità leggermente 
limitate, che occupi meno di 16Kb, la dimensione solita per una scheda 
di rete è tra 16Kb e 32Kb. Quindi nel comprare una scheda di rete 
bisognerebbe prenderne una che accetti EPROM da 32Kb. Questo è lo 
standard per quasi tutte le schede dei principali produttori, ma è 
noto che la maggior parte delle economiche NE2000 accettino solo 16Kb 
al massimo. Va notato anche che alcune schede di rete di 3Com e SMC 
permettono, tramite i loro programmi di configurazione, di selezionare 
dimensioni di 32Kb o più per la ROM, ma poi sulla scheda accettano 
solo ROM da 16Kb!





Compilazione e installazione dei programmi di utilità sul server
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Questo pacchetto usa l'autoconf GNU per configurare il processo di
compilazione dei programmi di utilità. Non si dovrebbe avere nessun
problema nel compilare tali programmi su un qualsiasi sistema Unix.

        1.) Posizionarsi nella directory netboot e lanciare ./configure.
            È uno script di configurazione generato da autoconf che
            controlla i file header e altri dettagli specifici del
            sistema. Il programma di utilità mknbi contiene dei moduli
            assembler Intel che poi gireranno sul client diskless.
            Se si vogliono assemblare tali moduli sono necessari as86
            e ld86 (che possono essere recuperati gratuitamente sui
            sistemi Unix). Comunque sono disponibili i file già 
            assemblati e quindi in effetti tali programmi non servono.
            Configure ne verifica l'esistenza e crea i Makefiles di
            conseguenza. 
            Per una spiegazione delle opzioni disponibili per configure
            basta lanciarlo con l'opzione --help. Sono disponibili
            delle opzioni aggiuntive:

                --disable-mknbi-linux
                --disable-mknbi-dos

            Queste opzioni vanno scelte se non si vuole creare nessuna
            delle corrispondenti utilità mknbi. C'è anche un'altra
            opzione di configure:

                --enable-bootrom

            Va usata solo se si vuole ricompilare la bootrom stessa.
            Se si vogliono usare i binari precompilati tale opzione non
            è necessaria. Vedere il file INSTALL.bootrom riguardo il 
            modo in cui ricompilare la bootrom.

        2.) Controllare che tutti i Makefile generati e i config.h siano
            corretti per il proprio sistema.

        3.) Compilare tutti i programmi con

                make clean
                make

            Ciò compilerà tutti i programmi, tranne quelli disabilitati
            durante la fase di configurazione. 
            NOTA IMPORTANTE: alcuni Makefile usano ifdef, che non è
            comprensibile a tutti i make. Se si riceve un errore da
            make (di solito del tipo: "missing delimiter", manca un
            delimitatore) allora ci si procuri e si installi sul proprio
            sistema il make GNU! I sistemi System V sono i più noti per
            avere tale problema.

        4.) Se si desidera installare i programmi di utilità in modo
            permanente sul proprio sistema si esegua

                make install

            Ciò installerà anche le corripondenti pagine di manuale 
            per futuri riferimenti. Comunque è perfettamente lecito 
            saltare questo passo e lanciare i programmi mknbi dalle 
            loro directory sorgenti. Per favore si osservi che 
            all'interno delle loro directory sorgenti sono chiamati 
            semplicemente "mknbi". Quindi se in seguito si legge di 
            lanciare mknbi-dos, bisogna invece usare 
            "./mknbi-dos/mknbi", se i programmi sono stati installati
            senza dare 'make install'.





Creazione di una immagine del sistema operativo avviabile via rete
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Questo passo del processo di installazione dipende da quale sistema
operativo si vuole far avviare dai propri client diskless. Tutto
quello che viene descritto in questo capitolo non dipende dal fatto
che si stia lavorando su un sistema Linux. È possibile usare
qualsiasi sistema UNIX per creare le immagini avviabili via rete.

Linux:  Con Linux ci sono così tante opzioni che non è possibile
        elencarle tutte in questo testo. Per i dettagli si faccia 
        riferimento alla pagina di manuale di mknbi-linux. Qui 
        descriveremo solo i modi più comuni per preparare un client
        diskless Linux.
        Primo: bisogna decidere dove il client Linux monterà il suo
        filesystem root. Può essere una directory su un server NFS o
        un ramdisk. Configurare il proprio kernel Linux concordemente.
        Per usare un filesystem root su un server NFS bisogna 
        includere nel kernel il supporto per reti TCP/IP ed anche 
        quello per i filesystem NFS. Non è possibile caricare il 
        supporto NFS usando un modulo poiché deve essere disponibile 
        già al momento dell'avvio.
        In più, durante la configurazione del kernel, bisogna anche 
        selezionare il supporto NFSROOT. Tuttavia, non è necessario
        il supporto per BOOTP o RARP. Di conseguenza, se si vuole 
        usare il supporto per i ramdisk, il tipo di filesystem che si
        userà sul ramdisk deve essere compilato in modo permanente 
        nel kernel. In tal caso deve essere incluso anche initrd.


        1.) Configurazione del filesystem principale su NFS

        Poi si copi il proprio kernel Linux nella directory corrente 
        e si lanci mknbi-linux:

                mknbi-linux -d rom -i rom -k zImage -o bootImage

        Si è supposto che l'immagine del proprio kernel si chiami 
        zImage. Ne verrà fuori una immagine caricabile via rete di 
        nome bootImage.


        2.) Configurazione del filesystem principale su ramdisk

        Se si vuole usare un ramdisk come dispositivo principale 
        bisogna prima creare una immagine del ramdisk. Probabilmente 
        il modo più semplice per preparare una tale immagine è di usare
        un floppy, sebbene sia possibile anche usare un loopback 
        device se si sta lavorando su un sistema Linux. Innanzitutto si 
        formatti il floppy e vi si prepari un filesystem. Poi vi si 
        copino tutti i file e i programmi che si vorranno (in seguito)
        avere sul filesystem principale del client diskless. 
        Bisognerebbe poi provare il floppy di boot; per far ciò si 
        copi il proprio kernel su un altro floppy, con dd, e si 
        imposti il suo device principale su floppy usando rdev:

                dd if=zImage of=/dev/fd0
                rdev /dev/fd0 /dev/fd0

        Ora si avvii il proprio client diskless usando tale floppy di
        boot. Quando il kernel è partito chiederà di inserire il floppy
        di boot e di premere invio. Il disco di boot verrà montato.
        Se tutto funziona come previsto si può creare una immagine 
        avviabile da rete. Reinserire il floppy di boot nel proprio 
        server (o dovunque si trovi tale directory di boot da rete) e 
        digitare:

            dd if=/dev/fd0 of=ramImage
            gzip -9 ramImage
            mknbi-linux -d ram -i rom -r ramImage.gz -k zImage -o bootImage

        Come sopra, ciò darà un file bootImage contenente il kernel
        Linux avviabile da rete.


MS-DOS: Per avviare il DOS sul proprio client diskless bisogna avere
        MS-DOS versione 5.0 o successiva. Windows-95 possiede un DOS
        interno chiamato versione 7.0, quindi non dovrebbero esserci 
        problemi. Versioni più vecchie di MS-DOS non funzioneranno 
        sicuramente. Non ho avuto la possibilità di provare nessun 
        altro DOS tipo il Novell-DOS o il DR-DOS. Chi li prova mi 
        racconti.

        Primo: bisogna creare una directory contenente tutti i file che
        il client vedrà sul suo drive di avvio (A: oppure C:). Questa
        può essere la directory principale su un floppy DOS o una
        qualsiasi directory sullo stesso sistema su cui si è installato
        mknbi-dos. Nel primo caso deve essere un floppy contenente un
        sistema DOS avviabile, cioè che è stato creato con

                format a: /s

        su un sistema DOS. Se la directory si trova in un sistema UNIX,
        bisogna copiarsi da soli i due file di sistema msdos.sys e 
        io.sys, che fanno parte dell'MS-DOS, nella directory in 
        questione. Per far ciò, suggerisco di usare mread degli MTools,
        che sono liberamente disponibili per praticamente tutti i 
        sistemi UNIX.

        Dopo aver creato la directory, o il floppy, che diventerà il
        drive di avvio dei client, bisogna copiarci dentro tutti gli 
        altri file necessari. Probabilmente ci andranno messi programmi
        utili a configurare l'ambiente di rete sul client. Quando si 
        editano i file di testo per il client si tenga conto che, di 
        solito, devono essere in formato MS-DOS, con le righe che 
        terminano con la coppia Carriage-Return/Linefeed invece che 
        solo con Linefeed come si usa sui sistemi UNIX. Quando si è 
        terminata la preparazione della directory di boot del client, 
        come prima cosa si faccia una copia dell'immagine del floppy 
        disk e poi si lanci mknbi-dos per creare l'immagine avviabile 
        da rete:

                dd if=/dev/fd0 of=fdImage
                mknbi-dos -r fdImage -o bootImage

        Assunto che il floppy sia stato inserito nel drive fd0 del 
        sistema UNIX, verrà creato un file chiamato bootImage. Se si è
        usata una directory UNIX si sostituisca fdimage col suo nome. 
        mknbi-dos si accorgerà automaticamente se è una directory, un 
        file normale, o un device a blocchi.

        Di default, mknbi-dos crea un'immagine avviabile da rete che 
        in seguito monterà sul client il ram disk come drive A:. Se 
        invece si vuole che il ram disk sia montato come C:, bisogna 
        aggiungere l'opzione '-c' nella chiamata di mknbi-dos.
        La differenza fra il montare il ram disk come floppy (A:) o 
        come disco rigido (C:), è che montato come floppy il ram disk 
        può essere rimosso successivamente, magari dopo che è stato 
        caricato un redirezionatore di rete che rende il ram disk
        obsoleto; ciò non è invece possibile con un disco rigido virtuale. 
        D'altra parte, usando il disco rigido come C: è possibile 
        specificare una diversa dimensione del ramdisk tramite 
        l'opzione '-s'. Per maggiori informazioni si faccia riferimento
        alla pagina di manuale di mknbi-dos.






Preparazione del server
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La preparazione del server dipende dal tipo di server che si sta 
usando, quindi tutte le spiegazioni che seguono in questo capitolo 
possono servire solo come guida generica. Bisogna riferirsi alla 
documentazione del proprio server come fonte decisiva.

Quando viene avviata la bootrom sul client essa prova innanzi tutto a
chiedere ad un server bootp informazioni come i numeri IP e il nome 
del file con l'immagine di avvio. Un tale programma di server bootp 
viene in genere chiamato bootpd. La maggior parte dei server Sun usano
invece un programma server bootp chiamato bootparamd. C'è da osservare
che _non_ è possibile usare bootparamd come sostituto di bootpd poiché
i due programmi usano protocolli diversi; piuttosto si installi sulla 
propria Sun uno dei bootpd pubblicamente disponibili. Poi bisogna 
copiare il file bootImage, che è stato creato nel passo precedente, in
una directory accessibile pubblicamente (ad esempio chiamata /boot). 
Se si vogliono avviare più client diskless è possibile usare lo stesso 
file bootImage per tutti. Tuttavia, se la configurazione è fatta per 
un ramdisk (con Linux o DOS) e l'immagine del ramdisk contiene diversi 
file di informazione per ogni client, bisognerà ovviamente avere un 
diverso file bootImage per ciascun client.
Poi bisogna preparare un file di descrizione del boot per bootpd, che
di solito si chiama /etc/bootptab. Per maggiori informazioni si 
consulti la documentazione del proprio server. Comunque, le voci in 
tale file di solito saranno qualcosa di questo tipo (per ogni client 
diskless):

client1:hd=/boot:vm=auto:ip=192.109.225.66:\
       :ht=ethernet:ha=004001417173:\
       :bf=bootImage-client1:rp=/boot/client1/root

il marcatore 'hd' indica la home directory e 'bf' è il nome del file
bootImage che si è creato al passo precedente. Quindi il path completo
del file bootImage per il client diskless chiamato "client1", con
questa voce d'esempio, sarà

       /boot/bootImage-client1

Il marcatore 'ip' indica l'indirizzo IP del client, 'ht' il tipo di
rete a cui è connesso il client e 'ha' il suo indirizzo hardware.  Il
marcatore 'vm=auto' dice a bootpd di usare la stessa codifica del
produttore della bootrom. Se il proprio client diskless dovrà usare il
suo filesystem principale via NFS bisognerà anche specificare la
directory sul server che verrà montata in seguito tramite il marcatore 'rp'. 
Invece, se il proprio client diskless usa un ramdisk è possibile
omettere 'rp'. Quando si sceglie di usare la bootrom standard col
display driver ANSI (per maggiori informazioni vedere più avanti) si
potrebbe anche preparare un menu per lasciar scegliere all'utente fra
i diversi file contenenti le immagini di avvio. Per sapere come
realizzare una tal cosa si veda il file INSTALL.menu. Personalmente
raccomando di usare prima il modo standard di preparare il file
bootptab come descritto sopra; sarà sempre possibile aggiungere un
menu in seguito. Ovviamente bisogna anche ricordarsi di fare in modo
che bootpd giri sul server, all'avvio tramite /etc/rc (o con qualche
meccanismo del genere) o tramite inetd. Di nuovo, vedere la
documentazione del proprio server per sapere come fare.

Il passo successivo effettuato dalla bootrom, dopo aver fatto la 
richiesta al server bootp, è di caricare il file con l'immagine di 
avvio specificato dai marcatori 'hd' e 'bf' in /etc/bootptab. Per far 
ciò si usa un protocollo chiamato tftp. Quindi si dovrà poi preparare 
sul server un processo demone per questo protocollo. Un tale demone di
solito si chiama tftpd e bisogna di nuovo ricordarsi di fare in modo 
che tftpd stia girando, in genere tramite inetd. Dato che il protocollo
TFTP è un modo di accesso al server tftpd molto insicuro, di solito 
tale accesso viene ristretto (tramite tftpd stesso, o con un wrapper 
TCP/IP tipo tcpd). Ad esempio, tcpd usa delle tabelle di controllo 
d'accesso all'host che vengono memorizzate in /etc/hosts.allow e 
/etc/hosts.deny. Per maggiori informazioni vedere tftpd(8), tcpd(8), 
hosts_access(5) e la documentazione del proprio server.

Se si è scelto un ramdisk per la directory principale del client 
diskless allora la preparazione del server è finita; ma se il client 
userà NFS (direttamente per avviare Linux o usando programmi contenuti 
nel ramdisk) allora bisogna preparare tutto l'occorrente per montare 
una directory NFS sul server. Ciò in genere implica l'esecuzione di 
diversi programmi: portmap, mountd, nfsd e opzionalmente ugidd. Ma per 
usare mountd e nfsd bisogna specificare i permessi che consentono al 
client di accedere alle directory necessarie sul server. I suddetti 
permessi vengono di solito impostati tramite un file chiamato 
/etc/exports, che per il nostro client d'esempio somiglia al seguente:

#
#  Export directories for client1 (diskless workstation)
#
/boot/client1/root              client1(rw,link_absolute)
/boot/client1/usr               client1(rw,link_absolute)

Se si usa 'map-daemon' per mappare i numeri UID e GID sul server
bisogna ricordarsi anche di configurare e lanciare ugidd sul server.
Si consulti la documentazione del proprio server per avere maggiori
informazioni riguardo alla configurazione delle esportazioni NFS.
Forse è il caso di consultare anche le pagine di manuale di portmap(8),
nfsd(8), mountd(8) e ugidd(8). Si ricordi inoltre che l'accesso ad
ognuno di tali servizi sul proprio server dovrebbe essere limitato 
tramite tcpd.

Un altro passo importante è riempire la directory principale del
client diskless. Essa deve contenere tutti i file necessari al client
per avviarsi e montare altre directory via NFS (come un filesystem
/usr tipo quello specificato nell'esempio precedente di /etc/exports).
Come configurare tale directory principale va ben oltre lo scopo di
questa documentazione; diamo solo un suggerimento: se sul proprio
server _non_ sta girando Linux bisognerà fare attenzione a come sono
assegnati i numeri principale/secondario nella directory
/boot/client1/root/dev. Ad esempio usando semplicemente mknod su un
server AIX potrebbe dare dei numeri principale/secondario errati
quando la directory viene poi esportata su un client diskless Linux.
Con alcune configurazioni, AIX aggiunge un certo scostamento a tutti i
numeri primari rendendoli inutilizzabili con Linux.  Per maggiori
informazioni si faccia riferimento al manuale del proprio server. Se
il proprio client usa Linux si potrebbero trovare alcuni utili
suggerimenti nel file Documentation/nfsroot.txt.






Preparazione del client, inclusa la compilazione della bootrom
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Finora si è dovuto lavorare solo sul server (con la sola eccezione
dell'avviare il proprio client diskless da un dischetto per controllare
la correttezza del filesystem principale). Come ultimo passo possiamo 
ora occuparci della preparazione del client stesso.

Il primo passo è di configurare la scheda di rete del client diskless.
Per far ciò si faccia riferimento al manuale fornito con la scheda di 
rete. Alcune schede richiedono l'inserimento di ponticelli, altre hanno
dei programmi di configurazione da eseguire. Dopo aver configurato 
l'interfaccia di rete è il caso di scriversi i parametri hardware 
necessari, come gli indirizzi I/O, gli indirizzi di memoria, il numero 
della linea interrupt o il canale DMA, visto che tali informazioni 
potrebbero servire più tardi nella fase di configurazione.

Poi si passi nella directory netboot sul proprio sistema UNIX (quello
in cui si trova questo file di documentazione) e si digiti

        make bootrom

Così verranno compilati tutti i programmi di utilità necessari, quindi
si esegua il programma di configurazione. Esso chiederà innanzitutto
quale kernel di bootrom si vuole usare. Il kernel minimo è obbligatorio
per le schede di rete che accettano solo fino a 16 KB di ROM; kernel86
può essere usato per l'avvio su sistemi a 16 bit (precedenti ai 386),
per esempio per avviare l'MS-DOS. A meno che non si abbiano necessità
particolari va scelto il kernel standard. Poi bisogna specificare il
packet driver da usare con la propria scheda di rete. È possibile 
scegliere uno dei driver forniti o usarne uno proprio. Se si vuole 
usare il proprio driver bisogna dare il path completo, relativo al 
proprio server, del pacchetto col driver in binario e bisogna anche
indicare tutte le opzioni necessarie per lanciarlo. 
Non si specifichino qui opzioni che portano il packet driver in modo 
windows o che gli permettano di lavorare per sistemi diskless; tali 
opzioni sono solo per bootrom di reti Novell e non sono necessarie
per questa bootrom.
Se si usa uno dei driver elencati il programma di configurazione
chiederà tutte le informazioni sull'hardware necessarie per far girare
il packet driver che si è scelto. Di solito verrà chiesto l'indirizzo 
I/O della scheda di rete, il suo numero di interrupt e il numero del 
canale DMA. Si osservi che vengono chieste solo le informazioni 
strettamente necessarie. Bisogna avere le specifiche della propria 
scheda di rete a portata di mano quando vengono chieste tali
informazioni. Alcuni packet driver sono in grado di rilevare le 
informazioni sull'hardware in fase di esecuzione e quindi non
richiederanno nessun altra informazione.

Se non si è scelto il kernel minimo allora il programma di 
configurazione chiederà se si vuole siano inclusi dei driver 
addizionali. Innanzi tutto permetterà di scegliere il driver per 
il display ANSI, che consente di disegnare sullo schermo dei graziosi 
menu con il kernel della bootrom standard. Poi è possibile selezionare
il programma di debugging del packet driver (è un modulo aggiuntivo 
che serve per tracciare problemi di rete e di solito non è necessario). 
Esso mostra la prima coppia di byte di tutti i pacchetti (in cui gli 
header UDP/IP sono codificati) passando poi al packet driver in fase 
di avvio del client diskless. Si selezioni questo modulo di debug solo 
se si riscontrano problemi durante il processo iniziale di avvio dalla 
rete della bootrom _e_ si sanno interpretare le informazioni degli 
header UDP/IP. Il programma di configurazione chiederà anche se si 
vogliono installare nella bootrom altri moduli aggiuntivi. Tali moduli 
devono essere dei programmi di tipo COM standard DOS che potrebbero, 
ad esempio, preimpostare la scheda di rete in uno stato particolare 
prima che parta il packet driver, oppure potrebbero configurare una 
linea seriale per supportare l'avvio tramite connessione PPP o SLIP 
(la raccolta di pacchetti Crynwr contiene anche un driver per pacchetti 
SLIP che non è fornito con questo pacchetto). Comunque si tenga 
presente che la dimensione totale della immagine definitiva della 
bootrom non può superare i 64 kB.

Quando si è risposto a tutte le domande il programma di configurazione
crea il kernel della bootrom con tutti i moduli scelti, poi comprime
il file risultante ed aggiunge il codice di avvio della bootrom. Una
volta che il programma di configurazione ha finito, si troveranno due
nuovi file nella directory corrente:

      image.flo - questo file può essere scritto su un floppy 
                  usando dd
      image.rom - l'immagine da bruciare in una EPROM

Bisogna ora copiare image.flo in un floppy usando

      dd if=image.flo of=/dev/fd0

e poi avviare il proprio client diskless usando tale floppy. Se è
tutto pronto (inclusa la propria scheda di rete) si vedrà il codice 
della bootrom che parte, fa richiesta al server bootp e carica il file
con l'immagine di avvio. Quando tutto funziona come richiesto si può 
andare avanti e scrivere il codice image.rom in una EPROM. Per le 
istruzioni su come farlo si consulti il manuale del proprio scrittore 
di EPROM. Di solito bisognerà convertire il file immagine in un formato 
speciale (ad esempio il formato esa di Intel o Motorola). Si inserisca 
la EPROM nello zoccolo della propria scheda di rete e si accenda il 
sistema diskless. Si dovrebbe veder partire la bootrom. 
Un altro modo di mettere il codice bootrom nel proprio client è di 
usare la scheda Flash-EPROM (chiamata FlashCard), di cui è possibile 
trovare uno schema e un modello di circuito stampato in questo pacchetto.
È possibile scrivere direttamente image.rom nella FlashCard - non serve 
nessuna conversione in esa. Riguardo l'uso e la programmazione della
FlashCard si veda la documentazione nella directory di FlashCard.

Qualora si vogliano creare nuove bootrom senza dover sempre avere i
sorgenti a portata di mano, è possibile installare i binari creati
durante il processo di configurazione tramite il comando

        make bootrom_install

Così si copieranno nella directory $prefisso/lib/netboot (dove 
$prefisso è /usr/local o il prefisso specificato nell'esecuzione del
configure GNU) tutti i binari necessari per creare nuove bootrom. 
Il path tipico sarà /usr/local/lib/netboot. Verrà anche installato lo
script makerom in $prefisso/bin; così sarà sufficiente battere makerom
per creare una nuova bootrom.






Appendice: Ricompilare la bootrom
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Se, per qualunque motivo, si vuole ricompilare la bootrom, si consulti
il file INSTALL.bootrom per ottenere maggiori informazioni. Comunque 
non è necessario ricompilare la bootrom solo per poterla usare!


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